Nell’ambito del ciclo di incontri dedicato al tema “Essere famiglia oggi”, le Acli provinciali di Lecco propongono una serata con Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, a pochi
giorni dall’anniversario dell’uccisione del marito.
Era, infatti, il 17 maggio 1972 quando il commissario Calabresi veniva ucciso, mentre usciva di casa, con due colpi di pistola, uno alle spalle e una alla nuca.
Stava partecipando all’indagine per la strage di piazza Fontana avvenuta nel dicembre del 1969, durante la quale morì l’anarchico Giuseppe Pinelli, cadendo dalla finestra del suo ufficio, durante gli interrogatori per la bomba alla Banca nazionale.
Indagini e processi dimostrarono che Pinelli non era stato ucciso e che il commissario calabresi non si trovava nella stanza nel momento in cui precipitò dalla finestra.
Quanto alle indagini sul suo omicidio, queste portarono all’arresto, il 28 luglio 1988, di Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani, Ovidio Bompressi e Leonardo Marino. Vennero condannati i via definitiva dalla cassazione il 22 gennaio 1997.
Il presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi ha conferito la medaglia d’oro alla memoria di Luigi Calabresi il 14 maggio 2004. Nel gennaio 2005 le Poste italiane hanno emesso un francobollo commemorativo.
Quel 17 maggio 1972, Gemma Capra aveva venticinque anni, due figli piccoli ed era incinta del terzo. Nonostante la tragedia e il dolore ha saputo attraversare sofferenze e difficoltà, appoggiandosi a due pilastri che hanno accompagnato e sorretto l’intera sua vita: la famiglia e la fede.
Con i suoi tre figli - e poi con il secondo marito e il loro figlio - hanno scongiurato le insidie dell’odio e della vendetta per prediligere percorsi di perdono e riconciliazione. Una sfida che hanno affrontato e vinto insieme. Come una grande famiglia, compresi gli amici più cari.
Gemma Capra - che interviene martedì 12 maggio, ore 21, al Palladium di Lecco - parla spesso di famiglia e di gioia, di speranza e di perdono. Il suo è un inno alla vita. Più forte dell’odio.
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