A meno di due mesi dall'incontro con papa Francesco del 23 maggio prossimo, le Acli hanno dedicato la seduta del 28 marzo del Consiglio nazionale alla definizione della loro strategia.
«Vogliamo restituire al Pontefice – ha affermato Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, nella sua relazione - la realtà di un'associazione viva, che guarda al futuro nell'anno in cui celebra i suoi settant'anni di storia, che è impegnata a dare rappresentanza e risposte al disagio sociale, che lavora per arricchire la politica di contenuti, che persegue un modello di società inclusivo».
Tra le principali proposte sostenute dalle Acli vi sono il Reddito di inclusione sociale (Reis) per i sei milioni di cittadini al di sotto della povertà assoluta e per sostenere la domanda interna; la richiesta di destinare una parte del quantitative easing direttamente all'economia reale, alle famiglie più povere, alle imprese, allo stato; la candidatura del terzo settore a gestire la tariffazione domestica senza scopo di lucro (le Acli chiedono rassicurazioni che la riforma del Titolo V non apra la strada alla privatizzazione dei servizi pubblici).
«L'autonomia delle Acli dai partiti – ha affermato Gianni Bottalico, nel giorno in cui si svolge la manifestazione di Fiom e Cgil e si discute della “coalizione sociale – non significa equidistanza e tantomeno indifferenza rispetto ai contenuti della politica. Le Acli sentono come prioritario il compito di interpretare e di dare rappresentanza a questa nuova questione sociale che è esplosa con la crisi. Formuliamo una serie di proposte che sottoponiamo all'attenzione della politica. Quelle forze politiche che più sapranno interpretare nel segno della solidarietà e della democrazia i problemi economici e sociali posti dalla crisi, saranno quelle destinate ad avere maggiore influenza nella vita politica del Paese ed in Europa».