Il mistero della Trinità ci è presentato dalla liturgia non tanto nel suo aspetto delle relazioni tra il Padre, il Figlio e lo Spirito santo, quanto nellintenzione di amore che Dio ha nei nostri confronti.
È Gesù stesso che lo comunica a Nicodemo e a tutti noi che, come lui, ci chiediamo chi sia Gesù, pur riconoscendo che viene da Dio per le opere che compie (Gv 3,2).
Il Padre e il Figlio amano il mondo e danno la loro vita per esso. Dio non è qui per condannare il mondo, altrimenti il mondo sarebbe già distrutto. Dio ha deciso di non farlo più fin dal diluvio universale: «Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra» (Gen 9,11). Gesù è qui per la salvezza e non per il giudizio.
Chi crede che questa è la missione di Gesù troverà la salvezza, altrimenti troverà il giudizio in cui erroneamente crede. Se crediamo che Gesù ci condanni, siamo senza salvezza perché è solo da Gesù che viene la vita vera, come ci rassicura anche Paolo: «Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi» (Rm 8,34) e lo stesso Giovanni: «Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa» (1Gv 3,20).
15 giugno 2014 - Solennità della SS. Trinità - Anno A
Giovanni 3,16-18
16 «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Scritto da Marco Bonarini