L'evangelista Giovanni ci racconta del dono dello Spirito nel giorno stesso di Pasqua.
I discepoli temono che i Giudei possano perseguitarli, dopo aver messo a morte Gesù. Essi si trovano in un posto chiuso fisicamente e psicologicamente. Gli undici non hanno un futuro davanti a loro se non quello di disperdersi e di tornare alle loro case e a i loro lavori.
Gesù si presenta a loro, rompendo questa duplice chiusura. Egli offre loro la pace, cioè l’abbondanza di vita che viene dalla relazione con lui che è passato attraverso la morte e l’ha vinta.
Vedere il Signore vivo è una grande gioia per gli undici discepoli. Essi possono tirare il fiato rimasto in sospeso per l’ansia della loro sorte. Un futuro si apre davanti a loro, il Signore è ancora con loro ed è un futuro che viene da Gesù. Infatti essi sono mandati al mondo, come il Padre ha mandato Gesù, per annunciare il regno di Dio, la vicinanza di Dio agli uomini in Gesù e per perdonare loro i peccati.
Per fare questo però essi devono ricevere lo Spirito santo. Qui Giovanni richiama in modo velato il racconto di Genesi 2,7: «Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente». E’ nello Spirito di Dio che lo abita, che l’uomo può generare una vita in cui la relazione con gli altri uomini sia una relazione fraterna, di perdono reciproco, di pace, giustizia e gioia per il Signore Gesù che è vivente per rendere presente il regno di Dio.
8 giugno 2014 - Solennnità di Pentecoste - Anno A
Giovanni 20,19-23
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22 Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Scritto da Marco Bonarini